(Audio originale in italiano)
VIDEO
Per il Padre si prepara, dunque, il viaggio finale nel pianeta della vecchiaia, dove è anche possibile vivere decememente, ma dove la felicità non è prevista. Non resta che affidarsi alla dimensione del sogno, che ai vecchi rivela senza remore l’impossibilità di realizzarsi. Lo stesso confronto con la morte determina una triste rassegnazione, dovuta alla stanchezza e condizionata dalla debole reazione di fronte all’impazienza di quanti pretendano da un uomo anziano un comportamento “dignitoso”.
L’ingresso del Figlio, un quarantenne serio e prevedibile, svela l’imbarazzo e l’ambiguità che esiste nel loro rapporto; il Padre pare non prenderlo sul serio, mentre si diverte a provocarlo, a mettere in dubbio la decisione della partenza, facendogli pesare quel suo allontanamento.
La seconda scena de Le ultime lune mostra il Padre alle prese con la solitudine: oltre alla cuffia attraverso la quale continua ad ascoltare la sua musica, oltre l’album di fotografie, che diventa un supporto necessario per richiamare alla memoria il sapore del tempo perduto, e oltre ad una fragile piantina di basilico, che lascia crogiolare alla debole luce del crepuscolo, a quel vecchio non è rimasto che il pensiero. In modo implacabile e profondo le sue parole rivelano l’incongruenza che esiste fra la falsa tranquillità dell’ultima residenza, simile più ad una prigione che ad un rifugio, e la sacralità della vecchiaia, un’età degna del massimo rispetto perché “è sacro e terribile il momento in cui un uomo cessa di vivere”.
Il dramma di Bordon sviluppa un ‘analisi cruda e profonda sulla malattia di vivere, svelando attraverso le parole di un vecchio, che sperimenta la scelta di un esilio volontario, la difficile ricerca di un equilibrio fra le condizioni dell’esistere e il baratro vuoto nel quale si spegne inevitabilmente ogni bagliore di vita.
Café y Arte "Mientras Tanto"
Sitio: goo.gl/dMkcnN
